Strage di Mestre, si ruppe lo sterzoLo dice il procuratore capo di Venezia, responsabile delle indagini




Novità sul fronte della tragedia che lo scorso 3 ottobre vide la morte di ventidue passeggeri a causa della caduta d’un bus urbano Yutong E 12 da un viadotto della cittadina veneta di Mestre. All’inizio si parlò di distrazione o malore del conducente, poi di un principio d’incendio del veicolo, fiamme che dalle immagini post-incidente sembrarono subito improbabili.

Oggi la conferma da parte del procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi, che l’incidente fu conseguenza della rottura di alcuni organi di sterzo. Insomma, un problema meccanico del veicolo di fabbricazione cinese, in servizio solo dal settembre del 2022 sulle rotte gestite dall’operatore La Linea, il cui amministratore delegato, Massimo Fiorese (tra l’altro importatore Yutong per l’Italia) è uno degli indagati. Un guasto aggravato dall’ammaloramento delle barriere di contenimento del viadotto, le quali non riuscirono a trattenere sulla sede stradale il bus ingovernabile.

Ora ci sarà da capire se il secondo incidente occorso qualche giorno dopo - ancora in quel di Mestre - a un E12 sempre de La Linea, che finì contro la colonna d’un porticato durante una svolta, sia d’attribuire anch’esso a una défaillance tecnica piuttosto che al malore del conducente, come ipotizzato in prima istanza.