Il Comitato Bus Turistici Italiani interviene sulla questione della mancanza di conducenti, scrivendo una lettera aperta al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, On. Andrea Orlando. Nella lettera, firmata dal presidente del Comitato, Riccardo Verona, si fa presente come la mancanza di autisti, al momento della ripresa delle attività dopo la grave crisi sanitaria, risulti essere ulteriormente aggravata.
Il Comitato ha svolto quindi un sondaggio tra le sue duecento aziende associate, a cui ha risposto la metà delle imprese interpellate che complessivamente hanno circa mille pullman immatricolati ed è emersa la mancanza - tra le sole aziende che hanno risposto - di ben 252 autisti. Proiettando questi dati sulle seimila imprese circa del settore attive sull’intero territorio nazionale e sui relativi trentamila autobus in circolazione, questo semplice sondaggio rivela un fabbisogno potenziale di 7.500 autisti che il comparto potrebbe assumere da subito.
Una delle principali criticità sollevate dal Comitato riguarda l’elevato costo di accesso alla professione, in quanto il solo conseguimento della patente D presso un’autoscuola ha un prezzo medio di circa 3.000 euro, cui bisogna aggiungerne obbligatoriamente almeno altri 1.500 per il Cqc Trasporto persone. Tale certificazione, da rinnovare ogni cinque anni al costo di 500 euro circa, integralmente a carico del lavoratore, è onerosa anche in termini di tempo investito da chi deve frequentarne i relativi corsi: oltre alle centinaia di ore di lezione per la formazione iniziale sono necessarie infatti trentasei ore d’aggiornamento in occasione di ogni rinnovo quinquennale.
Come scrive il Comitato nella nota che accompagna la lettera al Ministro, “Occorre rivedere il Ccnl di riferimento per rendere effettivamente appetibile il lavoro svolto e inserire strumenti normativi più agili nelle assunzioni, professionalizzare il personale investendo in formazione e nell’acquisizione della patente di guida, molto costosa per i più, nonché sostenere le imprese che assumono nel periodo Covid.”
L’allarme lanciato dal Comitato Bus Turistici Italiani è particolarmente grave, in quanto le aziende associate svolgono una tipologia molto eterogenea di servizi: dagli appalti scolastici, al più classico noleggio da rimessa, dai tour europei di più giorni con turisti stranieri, al trasporto maestranze, fino alla gestione di linee commerciali a lunga percorrenza.
“La professione di ‘personale viaggiante’ dei bus turistici dev’essere valorizzata, - dichiara a Pullman il presidente Verona - è una professione che arricchisce la mente, in quanto il viaggiare permette di imparare usi e costumi di altre culture. Bisogna tornare a valorizzare la professione dell’autista come accadeva fino alla fine del secolo scorso e intervenire sul taglio del ‘cuneo fiscale’. In pratica, occorre più professionalità e una retribuzione maggiore. Altrimenti, per vendere i mezzi nuovi, le case costruttrici dovranno necessariamente ottimizzare le tecnologie di guida autonoma“.