Della questione dell’ipotesi del trasferimento dell’autostazione di Milano Lampugnano, Pullman è riuscita a parlarne con Gerardo Marino, titolare del noto vettore pugliese a media-lunga percorrenza Marinobus. Secondo l’imprenditore di Altamura (Ba), l’attuale terminal bus di Lampugnano non avrebbe solo problemi di sicurezza per via del degrado e delle cattive frequentazioni dell’area, ma anche a livello di safety, in quanto terminal troppo piccolo e con un unico ingresso carrabile per i numerosi bus che effettuano carico/scarico. “In caso di incendio o di un problema simile, anche piccolo, a un bus- dichiara Marino durante la nostra conversazione- la situazione diventa davvero ingestibile, in quanto nessun bus riesce a uscire”.
E riguardo il senso di scarsa sicurezza percepito dai passeggeri e dai conducenti, aggiunge che persino sua figlia ha corso dei rischi alla propria incolumità all’interno del terminal bus di Lampugnano.
Per avere un’idea dei volumi generati dal vettore del ‘picchio rosso’, il suo titolare precisa che: “A Natale ci sarà un importate spiegamento di bus in partenza dal terminal; il che vuol dire che tra autobus bipiano e monopiano, verranno accolti a bordo numerosi passeggeri, che si sommano ovviamente a quelli di tutti gli altri vettori presenti nel terminal stesso”.
Da anni Gerardo Marino sta cercando una soluzione alternativa per il carico/scarico dei passeggeri a Milano, possibilmente collegata, direttamente con un’unica linea di metropolitana, con la stazione centrale di Milano. Proprio da Piazza Luigi di Savoia, sul lato del principale scalo ferroviario all’ombra della Madonnina, fino al 2011 partivano i bus diretti in Puglia di MarinoBus. Successivamente, per lasciare spazio agli autobus per gli aeroporti, sono stati spostati in via Predil, sul retro della stazione di Lambrate, località a pochi semafori di distanza dall’omonimo svincolo della Tangenziale Est, che garantiva comunque un’intermodalità ferro-gomma. Ora con gli attuali terminal di Lampugnano e San Donato Milanese l’intermodalità con i collegamenti ferroviari non è più garantita e nel caso del primo terminal bisogna addirittura prendere due diverse linee della metropolitana per raggiungerlo dalla stazione centrale, interscambiando a Cadorna.
Marino con i suoi tecnici ha visitato nel corso degli ultimi anni diverse aree di Milano e avrebbe individuato un’area nelle immediate vicinanze della stazione della metropolitana Cascina Gobba, ideale per la costruzione di un terminal, per via della sua vicinanza anche alla Tangenziale Est.
Questo terreno in passato era utilizzato per le partenze degli autobus verso i paesi dell’Est Europa e per i relativi improvvisati mercatini di migranti.
L’area di proprietà privata, appartiene alla società Milano Serravalle-Milano Tangenziali, ma il tentativo di dialogo con la proprietà si è arenato quasi subito.
Tra i problemi dell’attuale terminal di Lampugnano c’è anche la sua lontananza da San Donato Milanese. “In certi momenti, tipo alle 8 del mattino, complice la Tangenziale Ovest bloccata, ci vogliono quasi due ore per coprire la distanza tra i due terminal bus milanesi e i miei mezzi arrivano dalla Puglia magari con una impegnativa che a volte può anche avvicinarsi alle 21 ore, che sembrano tante ma inevitabilmente si ‘consumano’ nei viaggi meridione-settentrione”.
“Il problema delle autostazioni non è solo di Milano- continua Marino-ma è un problema anche di altre città italiane, come Torino, dove il terminal di corso Vittorio Emanuele di fatto è un marciapiede servito solo dal Tpl. Oggi il problema è che si paga per fare il carico/scarico in numerose destinazioni e quindi per un’azienda come la mia che fa medio-lunga percorrenza questi sono tutti costi che inevitabilmente vanno poi a gravare sul prezzo del biglietto che viene pagato dall’utente finale. Noi gestiamo le c.d. ‘linee commerciali’ a lunga percorrenza e, quindi, non effettuiamo servizi di TPL (urbano ed extra urbano), senza beneficiare di alcun contributo pubblico”.