Coronavirus, da problema a opportunità: Adl pensa a ridisegnare il trasporto in UKSi pensa alla messa su strada di mille bus a ridotte/zero emissioni




Un forte sostegno pubblico teso a mantenere alcuni benefici collaterali legati alla diffusione nel mondo del Covid-19 attraverso - e anche oltre - questa fase di ripresa. Ne ha parlato Colin Robertson, CEO di Alexander Dennis Limited (Adl) - il principale costruttore di autobus nell'area del Regno Unito - a proposito della maggiore salubrità dell'ambiente circostante e del contributo alla lotta contro i cambiamenti climatici, entrambu ricollegabili alle limitazioni alla mobilità personale che la diffusione della pandemia ha imposto.

"I bus sono parte cruciale della soluzione insieme con i viaggi itineranti e con altre modalità di trasporto pubblico - ha aggiunto Robertson -. In quanto società, serve che ci si muova immediatamente e che il più rapidamente possibile siano distribuiti quei vantaggi utili a contenere il peggioramento della qualità dell'aria quando l'economia ripartirà".

Di qui la nuova visione dell'offerta di trasporto su bus nei paesi e nelle città dello United Kingdom (UK) svelata dal maker britannico: un minimo di mille nuove unità da immettere in servizio attivo nei prossimi quattro anni.

Le ultime versioni a listino con emissioni basse e ultra-basse - potrebbero essere le prime a giungere a destinazione, prima della fine del 2020, togliendo dalle strade altrettante soluzioni con motorizzazioni tradizionali (diesel datati) e proseguendo così nel solco di quella riduzione dell'inquinamento sperimentata durante il periodo del lockdown. Autoalimentati, sarebbero subito utilizzabili sulle arterie stradali principali, vicino alle scuole e agli ospedali, dal momento che non richiedono tempo e denaro per la pianificazione e l'installazione di infrastrutture di ricarica, azioni che potrebbero essere avviate nel frattempo per consentire l'entrata in scena dei bus elettrici. Qualora tuttavia il tracciato richiedesse un'autonomia supplettiva, è pronta un'altra categoria di mezzi zero emissioni, quelli a celle a combustibile con serbatoio a idrogeno, ma solo dopo che saranno assicurati la disponibilità della materia prima e le stazioni di rifornimento.

Mille bus in quattro anni, entro cui si collocano anche i bipiano caratteristici del mercato locale, rispondono in pieno alla capacità produttiva di costruttori del ramo - incluso Adl che ogni anno supera quota 1.500 unità -, segnando un ritorno ai grandi investimenti per la costruzione di una flotta moderna che sono venuti meno dopo i tagli governativi degli ultimi anni. Senza contare che ulteriori fondi per accelerare il processo di decarbonizzazione dei trasporti aprirebbero a posti di lavoro altamente qualificati in più.

"Il precedente impegno per 5 miliardi di sterline del Governo britannico per bus e bici - ha ripreso Robertson - è sintomo che si è compresa la necessità di investire in modelli di viaggio itineranti e sostenibili. Sollecitiamo il Governo locale e le amministrazioni decentrate a premere il gas per quanto attiene alla transizione verso un trasporto più pulito attraverso i finanziamenti previsti per gli autobus a zero emissioni e l'impatto positivo sulla qualità dell'aria legato a soluzioni a basse e ultra-basse emissioni".