Non si schiariscono le nubi all'orizzonte per le attività di trasporto in autobus, nello specifico la sua declinazione a lunga percorrenza, dopo la votazione alla Camera del testo del DL Rilancio.
Andrea Incondi, Managing Director di FlixBus Italia, lo ha definito "un colpo mortale per tutto il settore", dal momento che non prevede alcun intervento a sostegno delle aziende del comparto.
"La delusione è enorme - ha ripreso, pensando all'inserimento in discussione, da parte di parlamentari di ambedue le parti, di diverse proposte per colmare le lacune del documento di partenza -. Invece il risultato è zero: zero risorse economiche, zero interventi. Ne pagheranno il prezzo gli operatori del settore, i lavoratori e i cittadini che, fino a ora, hanno potuto fruire di un servizio pubblico offerto da decine di aziende italiane completamente a proprie spese".
Per Incondi la votazione in data odierna varrà da deterrente per le realtà del settore che stavano pensando a investimenti in Italia: "il messaggio che è stato dato è che in questo Paese ricevono sostegno solo quelle aziende di trasporto che già ricevono soldi pubblici. Cosa devono aspettarsi tutte le altre? Solo sperare di non chiudere bottega da qui a fine anno. È mancata la volontà politica, del Governo, e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti".
Una indifferenza da parte dei soggetti competenti che minaccia conseguenze gravi per il mondo del trasporto, nonché per la rete di collegamenti costruiti negli anni dagli operatori e per l'approccio intermodale verso il quale il Paese Italia si dichiarava orientato.
"Alla Ministra Paola De Micheli - ha ripreso il Managing Director di FlixBus -, chiediamo, ancora una volta, un segnale di attenzione e un atto di responsabilità: si decida davvero di fare qualcosa o si dica chiaramente che per il trasporto stradale non c'è futuro".
A essere certificata nel testo definitivo del DL Rilancio, secondo Incondi, è una inaccettabile discriminazione concorrenziale tra gli operatori che offrono collegamenti tra centinaia di località con autobus e il trasporto ferroviario non soggetto a obblighi di servizio pubblico.
"Tutto in evidente contraddizione con le indicazioni della Commissione europea - ha sottolineato -, oltre che con il semplice buon senso. Una distorsione delle regole della concorrenza che danneggia non solo noi operatori, ma anche tutti i nostri passeggeri, dato che è chiaro a tutti che, con una minore concorrenzialità, i prezzi medi saranno destinati ad aumentare.
Per questo stiamo valutando di fare ricorso all'UE: abbiamo già avviato un confronto con la Commissione e ci sono le condizioni per chiedere che vengano bloccate norme che favoriscono alcuni sistemi di trasporto e ne penalizzano altri".