Questione Tibus: in piazza per dire 'no' Forze politiche, amministrative e sociali, si sono ritrovate a Roma




A Roma la deliberazione di Giunta è stata votata positivamente, ma parlamentari, amministratori locali, confederazioni sindacali abruzzesi e semplici cittadini sono scesi egualmente in piazza per protestare contro il previsto trasferimento dell'autostazione Tibus, una delle poche opere pubbliche finanziata da capitali privati, da Tiburtina ad Anagnina. L'operazione comporterebbe un esborso economico pari a 600.000 euro.
 
Tra le voci critiche si è levata quella del presidente della Regione Abruzzo Giovanni Lolli, che ha evidenziato i risvolti negativi della decisione che "aumenta di molto il tempo di percorrenza delle decine di migliaia di persone che, ogni giorni, vanno e vengono" tra il suo ambito territoriale operativo e le località del Lazio. "Se la decisione non viene modificata - ha aggiunto - inizieremo una protesta più energica", ha aggiunto.  
 
Pronti a scendere in campo al suo fianco, anche se non figuravano nell'elenco degli organizzatori della manifestazione, anche i vertici di Regione Lazio, rappresentata per un saluto e un messaggio di sostegno dall'Assessore alle Politiche Abitative, Urbanistica e Ciclo dei Rifiuti, Massimiliano Valeriani.
 
Al coro dei 'NO' rispetto allo spostamento del bus terminal gestito dalla società Tibus si sono uniti i comitati di quartiere di Tiburtina e Agnanina, l'Associazione Rinascita Tiburtina, il Comitato Cittadini Stazione Tiburtina, il Coordinamento Comitati VII Municipio, nonché alcuni parlamentari e l'architetto Ettore Pellegrini, a cui il gestore aveva chiesto la realizzazione di un project financing.
 
"Ci aspettiamo entro una settimana una convocazione da parte del sindaco Virginia Raggi, in mancanza della quale saremo pronti a chiamare alla mobilitazione i nostri concittadini per una manifestazione in Campidoglio", ha anticipato Lolli al termine del momento di mobilitazione collettiva.