Il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, nel corso di un’intervista rilasciata al canale televisivo Rai News 24 ha ribadito la necessità del ritorno della figura del controllore sugli autobus, come già aveva anticipato la scorsa settimana al Corriere della Sera. In particolare, nelle linee guida sul trasporto pubblico locale che il ministro ha sottoposto al Comitato tecnico scientifico e che verranno discusse con le regioni è previsto “… il graduale riavvio dell’attività di controllo del possesso dei titoli di viaggio e delle prescrizioni relative ai dispositivi di protezione individuale.”
Almeno in una prima fase, il protocollo consiglia d’effettuare tale controllo prioritariamente a terra, presso le fermate. I controllori avrebbero inoltre il compito di verificare il rispetto del limite di carico dei mezzi del trasporto pubblico locale, che, per le zone bianca e gialla, è stato fissato all’80 per cento della capienza complessiva ammessa dalla carta di circolazione.
Dato lo scarso tempo a disposizione prima della ripartenza di settembre, in realtà la proposta della reintroduzione del controllore rischia di rimanere di fatto solo sulla carta. Gli operatori di trasporto pubblico locale, già alle prese con l’ormai cronica mancanza di autisti, non dispongono infatti di un numero sufficiente di dipendenti da adibire alla mansione. E, anche nell’ipotesi irrealistica di voler procedere a nuove assunzioni, non ci sarebbe abbastanza tempo per svolgere l’iter di selezione e impartire la necessaria formazione ai neoassunti. Inoltre, nel corso degli anni molte aziende di trasporto pubblico hanno esternalizzato l’attività di verifica dei titoli di viaggio a società terze che ne hanno fatto il loro core business, come per esempio la modenese Holacheck, il cui 40 per cento del capitale è detenuto dall’operatore emiliano di Tpl Seta S.p.A.. Anche nel caso delle grosse aziende di trasporto che hanno mantenuto internamente l’attività, il numero dei controllori attualmente in servizio riuscirebbe a effettuare le dovute verifiche solo su una minima parte dei mezzi in circolazione, come nel caso della municipalizzata milanese Atm, che pure dispone del ragguardevole numero di centotrenta addetti alla controlleria: sono passati ormai ben quarantasette anni - da quel marzo del 1974 - quando a Milano fu abolita la presenza dei bigliettai a bordo.
I controlli sull’utilizzo dei dispositivi di protezione e sul rispetto dei limiti di carico sono comunque molto più facili per le infrastrutture a sede fissa, come le metropolitane, che dispongono di tornelli e in cui è già presente l’operatore di stazione. Per i mezzi di superficie un’ipotesi potrebbe essere quella d’effettuare controlli a campione o presso i punti nevralgici della rete, individuando le fermate più frequentate.