Quasi settantamila euro in contanti (17.000 presso l'abitazione, altri 50.000 nelle sedi di società collegate). A tanto ammontano i beni 'liquidi' rinvenuti dagli investigatori in forza al Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza (GdF) di Milano e riferibili a Paolo Bellini, ex dirigente ATM arrestato nell'ambito di un'inchiesta su presunte tangenti e appalti truccati connessi ai lavori della metropolitana M2. Un'operazione che ha già portato in carcere dodici indagati, uno è invece ai domiciliari.
Bellini, che all'interno dell'organico di Azienda Trasporti Milanesi aveva la responsabilità degli impianti di segnalamento e automazione, è socio occulto di due società di cui lo stesso si serviva per ottenere subappalti dagli aggiudicatari dei bandi di gara, agevolati grazie al passaggio di informazioni privilegiate. Proprio negli uffici di una, la Ivm di Rubiera (RE), il nucleo della GdF al lavoro ha trovato la somma cash a cui si è accennato.
Il fronte delle perquisizioni si sta concentrando al momento sulla ricerca di conti correnti bancari e cassette di sicurezza che possano essere associati all'ex dirigente ATM o a uno degli altri dodici indagati (già individuati 20.000 euro nella disponibilità di un lavoratore della Engineering Informatica, nome finito anch'esso nel fascicolo aperto dalla Procura di Milano, che conta trenta persone fisiche e otto società).
Nel mirino dei giudici, otto appalti per complessivi 150 milioni di euro. A Bellini, nello specifico, sono contestate presunte tangenti, per un ammontare di 125.000 euro, relative al periodo 2018-2019. L'interrogatorio di garanzia di Bellini e degli altri arrestati nell'ambito della predetta inchiesta dovrebbe avvenire il 25 giugno. La richiesta è arrivata dal Pubblico Ministero (PM) Giovanni Polizzi.
L'ordinanza di custodia cautelare porta la firma del Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) Lorenza Pasquinelli, che nel documento, lungo 426 pagine, annota "per quanto si è potuto captare dalle intercettazioni non è emersa neppure una procedura di gara pubblica negli ultimi 2 anni circa che non sia stata attinta, in misura più o meno penetrante, dall'intervento abusivo di Bellini in favore di una o più delle imprese interessate all'appalto". Un vero e proprio 'dominus', come lo hanno già inquadrato gli inquirenti, responsabile confesso di una maxi corruzione penalmente prescritta legata all'appalto per i sistemi di segnalamento aggiudicato ad Alstom nel 2006.