La terza sezione del Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia ha accolto, dopo averli riuniti, i ricorsi proposti da Assotir- acronimo di Associazione Italiana Imprese di Autotrasporto- e da alcune aziende di autotrasporti e autoservizi, contro il Comune di Milano per l’annullamento della deliberazione della Giunta comunale n.971 dell’11 luglio 2023. Con tale delibera Palazzo Marino aveva stabilito il divieto di accesso e circolazione dinamica dei veicoli, o complessi di veicoli, delle categorie M2, M3, N2 ed N3 non dotati di sensori capaci di rilevare la presenza di pedoni e ciclisti situati negli angoli ciechi, e di relativo adesivo di segnalazione della loro presenza. Il Comune di Milano aveva adottato tale decisione dopo una tragica scia di incidenti che hanno visto coinvolti principalmente ciclisti e mezzi pesanti. Secondo i giudici amministrativi, ai sensi dell’art. 117, secondo comma, lettera h, della Costituzione, la disciplina della circolazione stradale corrisponde a una pluralità di competenze legislative esclusive dello Stato.
Immediata la reazione dei politici milanesi, Pierfrancesco Maran, attuale assessore a casa e piano quartieri del Comune di Milano, con un post su LinkedIn ha commentato: “Questa per noi è una battaglia politica fondamentale per far fare un passo avanti alla sicurezza stradale di Milano e del Paese.
La norma di Milano, che ha già spinto i mezzi pesanti a montare la necessaria tecnologia, serve a cambiare la legge nazionale, deve diventare uno standard di sicurezza per tutti.
Al costo di qualche pieno di benzina di un tir si possono salvare delle vite; a cos’altro serve la tecnologia? Il Tar dice che non abbiamo competenza, porteremo senza dubbio la vicenda al Consiglio di Stato ma altrettanto di sicuro serve che lo Stato si svegli e faccia una legge chiara sulla tecnologia per l’angolo cieco perché, con piccoli investimenti, salva delle vite.”
Arianna Censi, assessora alla Mobilità del Comune di Milano, sempre con un post su LinkedIn ha dichiarato: “Il Tar ha accolto un ricorso sugli atti del Comune di Milano che obbligano l’installazione di sensori per l’angolo cieco sui camion.
Qualche mese fa noi abbiamo scelto di intraprendere la strada della responsabilità, alla quale la stragrande maggioranza dei professionisti aveva scelto di adeguarsi, ritenendola giusta e utile per proteggere se stessi e gli altri.
La sentenza di oggi ha interrotto questo processo, dicendo che “il Comune non ha la competenza per normare in materia di circolazione stradale per quanto riguarda ordine pubblico e sicurezza, su cui ha competenze esclusivo lo Stato”.
Non c’è quindi una critica di merito, non viene messa in discussione la correttezza, l’importanza e l’utilità della norma, ma la competenza.
Può esserci qualcuno di più competente degli amministratori locali?
Può esserci qualcuno, più di noi, con competenze su questioni che viviamo tutti i giorni, su difficoltà, problematiche e contraddizioni delle nostre città?
Gli amministratori locali hanno il dovere di affrontare ogni singola questione riguardante la protezione, la sicurezza e la salute dei propri cittadini e cittadine, e soprattutto di trovare soluzioni alle loro istanze.
Bisogna avere il coraggio di affrontare la contemporaneità, l’urgenza e l’importanza di prendere decisioni utili, nell’immediato, alla vita dei cittadini e delle cittadine.
La norma introdotta sull’angolo cieco dei camion aveva questi obiettivi ed era effettivamente riuscita ad interrompere la scia di incidenti stradali che avevano coinvolto persone in bicicletta, investite proprio a causa dell’angolo cieco.
In città si sperimentano soluzioni, si costruiscono competenze, si trovano strade che altrove sono inimmaginabili.
A Milano l’abbiamo fatto bene. Questa è una ricchezza che mettiamo a disposizione dell’intero paese e mi auguro che lo Stato, il quale secondo la sentenza del Tar ha competenze esclusive in materia, si assuma le sue responsabilità e la trasformi in legge domani stesso.
Il Ministro Salvini si impegni immediatamente e la Premier Giorgia Meloni se la prenda questa responsabilità. Nel frattempo noi faremo ricorso contro la sentenza.”