'Investire nel Tpl', la visione di AsstraPresentato un aggiornamento del report curato con Cdp




Un'istantanea sulla situazione del trasporto pubblico locale in Italia a due anni di distanza dallo scatto precedente contenuto nel report 'Investire nel trasporto pubblico'.

La rinnovata sinergia tra Asstra (Associazione Trasporti) e Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) ha prodotto un aggiornamento del documento, dal titolo 'Investire nel Tpl - scenari e fabbisogni', presentato in occasione del convegno nazionale dell'associazione a Roma.  

Riportiamo in sintesi le basi da cui muove il nuovo report con riferimento alla flotta di autobus per il trasporto pubblico locale in circolazione nel nostro Paese (i dati si riferiscono al 2018):

  • età media del parco: 12,3 anni (vs 12,4 anni del 2017), nettamente staccato dalla media europea di circa 7 anni;
  • incidenza complessiva del 51 per cento di modelli ante Euro 3;
  • presenza di un 11 per cento, in crescita, di veicoli Euro 6 e di un residuo per circa il 2 per cento di mezzi Euro 0;
  • preferenza, seppure in calo, verso l'alimentazione diesel, che si conferma però la scelta principe per la circolazione in ambito extraurbano, e progressione delle soluzioni Lng, arrivate a coprire una quota del 27 per cento;
  • situazione pressoché immutata per quanto attiene ibrido ed elettrico (circa 1 per cento del totale)

Il futuro del parco autobus del Tpl è legato ai 3,7 miliardi di euro per l'intervallo 2019-2033 indicati nel Piano Strategico nazionale della mobilità sostenibile, di cui 2,2 miliardi assegnati alle Regioni e 1,5 miliardi alle Città Metropolitane.

Tale importo dovrà essere impiegato per il ricambio dei mezzi con alimentazione tradizionale e il passaggio a soluzioni sostenibili come l'elettrico, il metano e l'idrogeno. Per la copertura dei costi connessi alla realizzazione delle infrastrutture di ricarica, nei primi tre anni di ciascun quinquiennio, sono previsti fondi statali sino a un massimo del 50 per cento di quelli disponibili.

Se a tali investimenti si somma il costo a listino dei modelli green (attualmente in rapporto 1 a 2,5 rispetto ai veicoli con serbatoio a gasolio) non c'è da aspettarsi un domani roseo per il settore. La proiezione contenuta nel report di Asstra e Cdp evidenzia infatti un calo nel numero di mezzi immatricolabili (circa 20.000 nei prossimi anni), con evidente ripercussione negativa sulla riduzione dell'età media del parco circolante, che arriverebbe a toccare quota 17,5 anni nel 2033

Le conseguenze sono presto elencate: aggravio dei costi medi di manutenzione (sei volte maggiori rispetto a un mezzo nuovo) e scarsa appetibilità per il possibile fruitore, che continuerà quindi a preferire soluzioni private di trasporto.

Secondo le stime di Asstra, per pareggiare la media europea, servono 500 milioni di euro aggiuntivi ogni anno. Sempre secondo l'associazione serve inoltre continuare a spingere sul pedale del cambio di paradigma/mentalità: dal concetto di ownership a quello di sharing mobility.