Bus granturismo in supporto al Tpl? Il punto di vista d’un operatoreSe usati solo nei 'picchi', per i noleggiatori è una perdita secca




 

In questi giorni stiamo ricevendo le prime richieste di preventivo da parte dei concessionari del Tpl, per servizi di supporto con gli autobus turistici”, dichiara a Pullman Luca Malfer, titolare assieme ai suoi familiari di Scambus S.r.l. a Monza. “Il presupposto di far lavorare le imprese di autoservizi ferme da mesi era buono, ma se, nell’ambito d’una giornata lavorativa di dodici ore, ci chiamano solo per i picchi non è possibile coprire nessun tipo di spesa”.
Calcoli alla mano, secondo Malfer, per un’impresa come la sua, con trenta mezzi e altrettanti dipendenti, non è economicamente sostenibile fornire corse solo nelle ore di punta, ossia per tre ore in media al giorno. Infatti il nastro lavorativo di un autista, nonché il turno macchina, è di dodici ore. Il problema per l’imprenditore monzese è che, per fare il servizio di supporto al Tpl, è necessario distrarre personale, comprare gasolio e riattivare assicurazioni, senza contare ovviamente la maggiore usura a cui andranno incontro gli autobus granturismo utilizzati sui servizi di trasporto pubblico locale. Tutte queste spese sono da sostenere al momento, senza sapere esattamente quali saranno i termini di pagamento. “Bisogna considerare che, anche se è un passo avanti, questa non è una soluzione, né la salvezza per il comparto del trasporto non di linea”, conclude Malfer.