Stop produttivo temporaneo per TemsaIl costruttore ha comunicato anche una trentina di licenziamenti




Ad Adana, città turca al confine con la Siria, mercoledì 11 dicembre 2019 doveva essere un normale giorno di lavoro per le maestranze della Temsa, che invece sono state bloccate all’ingresso ed è stato loro comunicato lo stop della produzione nello stabilimento impegnato nell’assemblaggio di autobus e autocarri leggeri.

La produzione resterà ferma fino al 23 dello stesso mese, a causa dell’elevato numero di veicoli in giacenza, mentre a una trentina di persone è stato comunicato il licenziamento

I media turchi fanno sapere che diversi istituti di credito nazionali hanno aperto dei procedimenti legali nei confronti della proprietà svizzera presso il tribunale di Ankara, tanto da arrivare al pignoramento di veicoli già venduti e delle proprietà immobiliari.

A maggio 2019, il fondo d’investimento svizzero True Value Capital Partners, con sede a Losanna, aveva acquistato la Temsa dal gruppo della famiglia Sabançi e, per una nazione molto conservatrice come la Turchia, la svendita di una società di tale rilevanza a un soggetto estero aveva fatto arricciare il naso ai più. Tanto che, da alcuni personaggi politici di spicco, i 65 milioni di dollari della vendita, erano stati considerati pochi e il principale partito di opposizione - il Chp - aveva promosso un’interrogazione parlamentare, chiedendo chiarimenti su come fosse stato possibile che l’azienda si trovasse in tali drammatiche situazioni e su che fine avessero fatto i fondi elargiti dallo stato alla società.

Ma già nel febbraio 2019 Temsa aveva un debito pari a 850 milioni di lire turche, fatto che aveva costretto il Gruppo Sabançi a chiedere un prestito di 500 milioni di lire turche a diversi istituti di credito nazionali, necessari, soprattutto a ripianare, i debiti contratti da Temsa con la banca captive del Gruppo, l’AkBank.

Pochi mesi dopo, un altro duro colpo arrivava dal fallimento – secondo alcuni pilotato 'ad hoc' da francesi per evitare un grosso buy back - del Gruppo Dietrich Car&Bus, l’importatore ufficiale Temsa in Francia, primo mercato di esportazione per il costruttore.

Ora il blocco della produzione, che alcuni temono possa non essere temporaneo, come invece promesso dalla dirigenza Temsa.